Le Tradizioni

Lo strano caso del furto del Dna della gente d'Ogliastra

Il caso delle 25mila provette

Non è un vero e proprio giallo ma gli somiglia, la vicenda delle 25mila provette di Dna appartenenti a 14mila abitanti di Ogliastra sparite dal Parco Genos di Perdasdefogu, nato nel 2000 per raccogliere e conservare campioni biologici. Volatilizzate, nell’agosto 2016, e ritrovate qualche settimana dopo all’ospedale San Giovanni Di Dio di Cagliari, dove erano state 'trasferite' per motivi scientifici dal direttore del’Istituto di genetica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, un genetista che aveva condotto gli studi sugli abitanti più longevi della Sardegna. Finora non è stato ancora chiarito in cosa consistano questi 'motivi scientifici' quindi la Procura di Lanusei ha chiesto la proroga delle indagini per consentire ulteriori accertamenti. 

Un favore alle case farmaceutiche?
Secondo le ipotesi degli investigatori i campioni biologici potrebbero essere stati sottratti dal laboratorio del Parco Genos per realizzare brevetti da rivendere alle case farmaceutiche, sfruttando le caratteristiche genetiche peculiari dei sardi residenti nel territorio ogliastrino, fra i paesi di Perdasdefogu, Villagrande, Arzana, Talana, Urzulei, Villanova e Baunei, che per ragioni ancora ignote registrano un altissimo numero di centenari. Un'isola (nell'isola) felice messa sotto la lente da diversi studiosi internazionali, a cominciare da quelli dell’università giapponese di Osaka e dell'Iowa State University, in America. Al momento in cui scriviamo nel registro degli indagati dalla Procura di Lanusei risultano 17 persone fra cui gli amministratori e i presidenti del Parco Genos, della società di ricerca scientifica SharDna, ex proprietaria dei campioni - poi fallita e comprata dalla società inglese Tiziana Life - e i sindaci dei comuni che avevano concesso arbitrariamente l’accesso agli uffici delle anagrafi comunali ai fini della ricerca.

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