Le Tradizioni

La storia di Tortolì

la zona di tortolì fu abitata fin dall'epoca nuragica e ha subito numerose dominazioni: fenici, romani, bizantini, pisani e per lungo tempo gli aragonesi, i quali imposero il sistema feudale abolito soltanto nell'ottocento dai savoia

L’area di Tortolì è abitata fin dalla notte dei tempi, basti dire che gli insediamenti più antichi risalgono addirittura al 6.000 a.C., in pieno Neolitico, con numerosi nuraghi, menhir e pozzi sacri. Notizie più dettagliate ci sono pervenute sull’insediamento fenicio di Sulci Tirrenica, una colonia commerciale fenicia posta lungo la rotta navale tra l’Africa e la foce del Rodano. I romani giunsero nella zona alla metà del III secolo a.C., durante la Prima guerra punica.

Dopo il tramonto dell’impero, sulla Sardegna sorse la nuova potenza dei bizantini di Giustiniano che nei secoli successivi diede luogo all’epoca dei Giudicati, entità altamente burocratizzate. Tortolì fu parte del Giudicato di Cagliari, nella curatoria dell’Ogliastra, nel 1258 fu ceduta al Giudice di Gallura e successivamente passò sotto la Repubblica di Pisa. Nel 1324 l’intera Sardegna venne conquistata dagli aragonesi: era l’inizio del feudalesimo e della contea di Quirra.

Il secolo successivo vide l’isola sconvolta dal conflitto tra Arborea e gli aragonesi. Quando questi ultimi furono risultati i vincitori definitivi, Tortolì e l’Ogliastra ottennero benefit perché avevano supportato gli iberici. Nel Settecento agli aragonesi subentrarono gli austriaci che, dopo una breve dominazione, cedettero il passo ai Savoia. A partire dal 1835 il re sabaudo Carlo Alberto abolì il sistema feudale: era la fine dell’isolazionismo dei comuni sardi e l’inizio dell’età moderna.

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.