Tortolì, il luogo della scultura

Un progetto cresciuto negli anni, che nel tempo ha coinvolto e pervaso praticamente tutto il paese di Tortolì, con un doppio percorso espositivo, permanente e itinerante: è la filosofia del museo Su logu de s'iscultura (in sardo, "Il luogo della scultura"), con opere di Mauro Staccioli, Antonio Levolella, Umberto Mariani, Ascanio Renda, Maria Lai, Nitetoski Nagasawa. Nato alla fine degli anni Novanta come 'Parco delle sculture' si è trasformato quasi subito in un'esposizione vera e propria in continuo divenire, dove le sculture si fondono con la natura e sono a diretto contatto con il pubblico. La parte del museo destinata alle mostre temporanee infatti si trova al piano terra dell'ex mercato civico, ricavato a sua volta nella sede del carcere ottocentesco, mentre la zona espositiva all'aperto si snoda lungo il centro del paese e nel territorio circostante, fra Arbatax e la spiaggia di Porto Frailis.

Alla crescita della collezione del museo negli anni hanno contribuito tanti artisti internazionali, a cominciare da Maria Lai, autrice de 'Il tempo dell'arte', installata su un promontorio di fronte al mare, che riproduce un muro di cemento armato attraversato da un enorme ago di acciaio e da due frasi: "L'occhio ha bisogno di un lungo esercizio” e "L'arte è una grande bugia, ma non ha le gambe corte”. Altri artisti protagonisti sono Mauro Staccioli, primo ad esporre nel parco, nel 1995, con l'opera 'Scultura', Nitetoski Nagasawa, con il suo 'Giardino di Mirto', Igino Panzino con 'Monumento ai caduti sul lavoro' e con 'Scultura', scelta come simbolo de 'Sa die de sa Sardigna', la festa che ricorda i cosiddetti "Vespri Sardi", cioè l'insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale i cittadini di Cagliari cacciò i piemontesi da Cagliari: un invito per tutti gli isolani a riscoprire le proprie radici.

nella foto: "Scultura" di Mauro Staccioli da https://it.wikipedia.org/wiki/File:SCULTURA_-_STACCIOLI.jpg